Stazione intermedia (racconto)
Knut Petersen di Olsdrup, che tutti chiamavano semplicemente il vecchio Knut, con il passare degli anni divenne sempre più strano. Un giorno salì sulla sedia della cucina per chiedere un segno al Signore Dio. Knut faticava a mantenere l'equilibrio, ma in qualche modo ci riuscì. Quando chiuse gli occhi e li riaprì, Dio lo aveva ascoltato e gli aveva mandato Gabriele.
Da quel momento in poi andò a trovare il vecchio tutte le sere e ci fu molto di cui parlare. Knut non riusciva a ricordare cosa esattamente. Ma sembrava importante. Gabriele gli era sempre apparso con una veste bianca e splendente. Sapeva subito che si trattava dell'arcangelo.
Gabriele era spesso circondato da una folla di figure bianche che stavano in silenzio intorno al suo letto. L'arcangelo gli parlava con voce calma e gentile. A volte gli toccava leggermente il polso e gli sorrideva sempre quando se ne andava. Erano momenti in cui Knut si sentiva al sicuro, protetto e persino felice. Allora sapeva che non gli sarebbe potuto accadere nulla di male. E il sorriso rimase nella stanza quando l'angelo lo lasciò con il suo seguito.
Knut era spesso molto stanco ora, anche durante il giorno. Dove si trovava, non si poteva mai essere sicuri di quello che sarebbe successo dopo. Allora la paura si insinuava nei suoi pensieri, come una creatura inquietante nell'ombra. Ma quando arrivava Gabriel, non c'era più spazio per la sensazione che tutto stesse tremando.
Il presente si perdeva sempre più nei suoi pensieri confusi. Erano i momenti in cui un calore febbrile lo avvolgeva, una fitta nebbia che avvolgeva il suo corpo. Sentiva le forze diminuire e l'oscurità che minacciava di inghiottirlo. Tutto questo si mescolava miracolosamente con una sensazione di sicurezza, un tocco di dolcezza che poteva venire solo da Gabriel. Con una chiarezza rara e appena risvegliata, sentì la presenza calma dell'angelo e le sue parole di conforto come una promessa che non sarebbe stato solo sul cammino incerto. Forse c'era una via d'uscita dall'oscurità e dalla confusione?
Oggi il dottor Gabriel è apparso di nuovo al suo capezzale. Il chirurgo anziano del reparto di chirurgia disse che Knut era caduto e si era rotto il collo del femore. Era stato operato. All'inizio era andato tutto bene, ma poi aveva sviluppato una temperatura elevata e ora era molto debole. Più tardi, quel giorno, sarebbe stato trasferito in un luogo dove avrebbe ricevuto cure buone e delicate. Un luogo di pace e di fiducia.
"Morirò presto?"
"Non lo so. Questo lo deciderà Dio".
Knut sorrise con consapevolezza.
"Grazie, Gabriel".
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